La voglia di fare franchising non tramonta, ma l’informazione è ancora poca. Commercio e food i settori più ambiti
(Sondaggio Federfranchising Confesercenti-SWG)
La voglia di fare impresa resiste: tre italiani su dieci coltivano il sogno di aprire un’attività in franchising, per essere finalmente “padroni di sé stessi” e per provare una esperienza lavorativa ‘diversa’. Ma il desiderio di imprenditorialità si infrange, fin troppo spesso, con la scarsa informazione che ancora circonda il mondo dell’affiliazione commerciale.
È quanto emerge da un sondaggio SWG commissionato da Federfranchising Confesercenti in occasione di “Tutto quello che vorresti sapere sul franchising ma non osi chiedere”, il Workshop organizzato dall’Associazione per la seconda giornata del Salone Franchising Milano, giunto quest’anno alla sua Trentaduesima Edizione.
Tra gli italiani che vorrebbero aprire un’impresa in franchising, il 25% vorrebbe farlo investendo direttamente i suoi risparmi, mentre il 68% tramite la richiesta di un finanziamento. Tra le diverse tipologie, l’attività commerciale è ancora quella più gettonata: l’apertura di un negozio di vicinato è il progetto di più di un aspirante franchisee su due (53%). Il 28% degli intervistati, invece, si orienta su attività legate al food, come ristoranti, birrerie, bar, paninoteche ed altro, mentre il 19% vorrebbe invece fare impresa nel mondo dei servizi.
A spingere in nostri concittadini verso il franchising è soprattutto la voglia di lavorare da autonomi, senza dipendere da nessuno, motivazione scelta dal 42% degli intervistati. Ma è forte pure il desiderio di fare un nuovo tipo di esperienza di lavoro, come indica il 39% del campione. E c’è anche un 13% che dice di aver valutato di entrare nel franchising perché è alla ricerca di un’occupazione: una conferma indiretta dell’accessibilità della formula, che facilita la creazione di un’attività anche per chi parte da zero. Solo il 25% di chi vorrebbe reinventarsi nel ruolo di franchisee, infatti, ha già avuto un’esperienza imprenditoriale in passato. Una situazione che ha come contrappeso una scarsa conoscenza dei meccanismi e delle modalità dell’affiliazione: il 50% di chi sogna di aprirsi un’attività in franchising ammette infatti di sapere poco o nulla di questo mondo.
«Il franchising piace agli italiani – spiega Alessandro Ravecca, Presidente di Federfranchising Confesercenti – perché è una formula che aiuta lo sviluppo dell’imprenditorialità. I nostri concittadini tentati dall’avventura imprenditoriale lo scelgono perché offre più strumenti per raggiungere il successo anche a chi è alla prima esperienza, riducendo l’investimento iniziale ed i rischi di impresa. Ma questo non vuol dire che si possa improvvisare: è necessario un percorso di formazione e affiancamento costante, senza il quale le possibilità di successo diminuiscono».
«Se informarsi su modalità di affiliazione e sulle caratteristiche del marchio scelto è una responsabilità che ogni aspirante franchisee deve fare sua – conclude il Presidente – è però vero che serve anche un impegno forte da parte dei franchisor. Che devono porsi con serietà, senza approfittare delle asimmetrie comunicative, con la convinzione che il rapporto di collaborazione tra franchisor e franchisee sia un valore aggiunto. Il franchisor che svolge il proprio lavoro con competenza, infatti, garantisce ai propri affiliati un supporto completo, occupandosi di formazione dei dipendenti, di comunicazione e di ricerche di mercato, permettendo al franchisee di gestire al meglio gli altri aspetti vitali della propria impresa».