Hanno ucciso il fumo elettronico
Brutte notizie per gli svapatori. Da gennaio una boccetta di aromi per ricaricare una sigaretta elettronica passerà dagli attuali 6 € ai 20 € circa.
E’ l’effetto della nuova tassazione sul fumo elettronico, 58,5% + 22% di IVA, che con l’anno nuovo diventerà realtà equiparando di fatto la sigaretta elettronica a una sigaretta tradizionale.
Per gli operatori del settore è una vera e propria mannaia. Migliaia di euro di investimenti e le speranze di molti giovani che si erano gettati nel nuovo mercato rischiano di andare in fumo. Solo da giugno a oggi a Roma hanno chiuso 100 punti vendita, un crollo del 35% pensando che a inizio anno erano più di 300. Nel resto del Lazio non va meglio: in tutta la regione escluso il comune di Roma, secondo le stime dell’associazione Anafe-Confindustria sono rimasti poco più di 150 rivenditori. Ciò si ripercuote anche sull’occupazione: le persone impiegate nella vendita di questo prodotto erano circa 600 nella città di Roma ed almeno 500 nel resto del Lazio.
Oggi lavorano ancora a Roma poco più della metà, circa 300 nel resto del Lazio per un fatturato crollato a poco meno di 80 milioni di euro: la metà rispetto a quello del 2012. “La decisone di applicare un’imposta così elevata – commenta il Presidente di Anafe-Confindustria, Massimiliano Mancini – causerà la chiusura di tutte le aziende italiane produttrici, oppure non lascerà loro altra via che quella di rivolgersi esclusivamente agli altri Paesi membri dell’Unione Europea. L’Italia è l’unico paese ad aver applicato una simile imposta sulla sigaretta elettronica”.
“In Italia nel 2012 erano 6000 i negozi operativi, ora circa il 60% hanno chiuso i battenti“. La nuova tassazione, denunciano gli operatori del settore, porterà al collasso l’intera rete distributiva e alla disoccupazione le oltre 6000 persone attualmente impiegate. Con tanti saluti ai sogni di gloria.
Molti i giovani che si erano associati nelle tante reti di franchising sorte come funghi negli ultimi due anni: per loro la beffa di trovarsi per strada e con un prestito ancora da ripagare